Menzogne funzionali a mantenere alta l'eccitazione della folla
In piazza tutti gli odiatori di Israele e il vuoto della politica che asseconda tutti senza guardare in faccia la realtà

A Piazza San Giovanni, erano tutti lì gli odiatori di Israele. Erano tanti ma probabilmente erano tutti. Un mare di gente, un mare di bandiere palestinesi. Erano tutti lì: gli studenti ProPal, squadristi che impediscono agli studenti ebrei di parlare, che tentano di assaltare le sinagoghe in Italia e che, poi alle elezioni all’Università, non superano il 3% dei voti; gli accademici che li coccolano e li assecondano; i giornalisti militanti megafono della propaganda di Hamas; gli attori e i cantanti sempre dalla parte degli oppressi; gli street artist che dipingono, davanti alle scuole, Netanyahu che bacia Hitler sulla bocca; le organizzazioni umanitarie legate ai Fratelli Musulmani che raccolgono soldi per Hamas; i militanti BDS che minacciano le aziende di tutto il mondo che hanno rapporti con le aziende israeliane; gli ambientalisti che amano Greta Thumberg che si è scordata del climate change e si è messa la kefiah; i vecchi politici che andavano a braccetto con i leader di Hezbollah quando erano al governo; gli “ebrei italiani” che firmano appelli contro la pulizia etnica; le “palestinesi” nate in Israele che non hanno mai messo e mai metterebbero piede in “Palestina”; gli attivisti LGBTQ+ che vogliono Gaza libera ma a Gaza non potrebbero mai mettere piede; le femministe di “Non una di meno” che quando si mobilitano dimenticano le ebree stuprate, le iraniane sottomesse e violentate, le donne arabe umiliate; i ristoratori che mettono i cartelli che vietano agli ebrei di entrare nel loro locale; le anime belle che solidarizzano con loro; i sindaci che mettono il “sudario bianco” per Gaza sulle mura del loro municipio ma si rifiutano di ricordare i piccoli Bibas morti strangolati, i Presidenti delle Regioni che, senza senso del ridicolo, vietano rapporti della loro Regione con Israele.
Da quel palco hanno rilanciato le accuse di genocidio, di pulizia etnica. Rula Jebreal ha riversato tutto il suo odio contro gli ebrei, raccontando di più di 200 giornalisti morti, di bambini trucidati, di medici torturati nelle carceri israeliane. Un fiume di menzogne. Non una parola sul 7 ottobre, non una parola sugli ostaggi. Osannata.
Gad Lerner ha detto che la parola Shoah e la parola Nakba sono sinonimi. Ha messo sullo stesso piano 6 milioni di ebrei sterminati dal nazismo con il termine inventato dalla propaganda antisemita generata dell’odio arabo verso gli ebrei. Ha parlato ad una piazza antisemita che ha cercato di zittirlo. Ma questo non gli ha impedito di assecondarla.
Ma quel che più colpisce è il vuoto della politica. Dire solo che la guerra deve finire senza dire come liberare Gaza da Hamas, senza dire come liberare i palestinesi dall’odio contro gli ebrei, senza proporre soluzioni per la sicurezza degli israeliani e dei palestinesi, che senso ha?
Dire di voler riconoscere lo Stato “democratico” della Palestina, sapendo che l’unica democrazia in Medio Oriente è Israele, e che Hamas vuole trasformare quelle terre “dal fiume al mare” in una Repubblica Islamica come l’Iran, che senso ha? Se non quello di assecondare la propaganda dell’Islam radicale.
I leader che hanno parlato non hanno condannato l’antisemitismo dilagante. Non avrebbero potuto in quella piazza, ammesso che avessero voluto. Hanno di nuovo insistito su notizie false, ormai smentite anche dalla stampa internazionale. Ma erano menzogne funzionali a mantenere alta l’eccitazione della piazza.
È il vuoto della politica che vuole solo assecondare l’odio verso Israele senza nessuna cura per la verità, senza nessuna pietà per i palestinesi ostaggi di Hamas e di questa orribile guerra, senza nessuna voglia di guardare in faccia la realtà.
© Riproduzione riservata